Per chi ha familiarità con la letteratura della Grecia antica la parola eidolon richiama immediatamente la guerra di Troia. Secondo una leggenda resa celebre da Erodoto Elena non sarebbe mai stata a Troia: Alessandro-Paride avrebbe rapito e portato con sé solo una “parvenza” della donna – un eidolon, appunto. Un miraggio, in altre parole.

Questo miraggio si è ora materializzato in una nuova forma che mette a frutto tutte le potenzialità dell’editoria digitale. Un gruppo di giovani professori guidato da Donna Zuckerberg ha dato vita a Eidolon, che più che una rivista in senso stretto è uno spazio editoriale che ospita contributi di natura molto varia. L’idea di fondo che percorre tutti i contributi apparsi in Eidolon è quella di un ripensamento radicale della pedagogia della civiltà classica. La cultura dell’antichità greca e romana diventa qui uno spazio di discussione per mettere a fuoco aspetti centrali della nostra esperienza oggi.

In molti contributi si colgono echi dei dibattiti che negli ultimi anni hanno animato la cultura liberal del mondo anglosassone, soprattutto negli USA ma non solo. Un tema centrale è rappresentato dalla questione razziale e dalle tensioni sociali e intellettuali che ne dipendono. Si tratta di un nodo centrale del dibattito pubblico americano. Eidolon lo inquadra dal punto di vista del processo formativo e cerca di dare voce a tutte le figure che lo rendono possibile: non solo ricercatori o professori, quindi, ma anche dottorandi e studenti portano la loro esperienza per considerare il problema in tutte le sue sfaccettature.

Uno degli articoli che più mi ha sorpreso è quello scritto da Yousuf Chughtai (lo potete leggere qui). Yousuf parla della sua esperienza a Oxford come studente dall’identità complessa, nello stesso tempo britannica, punjabi, pakistana e musulmana. Da studente Yousuf si confronta con tutto quello che segue le grandi vittorie di Alessandro Magno nel Mediterraneo e in Oriente. Nel giro di pochi decenni il mondo greco si espande e occupa territori fino a poco prima lontanissimi, sia in termini geografici sia dal punto di vista cultura. Siamo abituati a chiamare questo periodo Ellenismo, ma soprattutto siamo abituati a vedere in Alessandro Magno e nei suoi successori dei portatori di civiltà e di progresso in un universo “barbaro”. Si tratta di una visione fin troppo schematica, certo. Spesso ci consola l’idea di avere sempre gli strumenti per andare oltre queste semplificazioni da manuale.

Però il pensiero semplificato finisce per annidarsi un po’ ovunque e riemerge più spesso di quanto vorremmo. Yousuf lo dimostra parlando di Taxila, una città che rientra nei confini dell’attuale Pakistan. Quando venne raggiunta dalle truppe macedoni di Alessandro Magno Taxila era già un centro intellettuale importante e lo rimase ancora per molto tempo. Varie descrizioni nelle fonti antiche lo mostrano chiaramente. Qualche storico dell’età ellenistica, tuttavia, ne parla ancora oggi come di una città degradata ai tempi delle conquiste di Alessandro Magno. È un esempio eloquente di come certe forme di pensiero semplificato finiscano per trasformarsi in pregiudizi superficiali, incarnando così una forma dell'”orientalismo” descritto da E. Said. Ho letto la prima volta l’articolo di Yousuf qualche anno fa, ma ricordo benissimo che mi ha subito sorpreso. Il suo punto di vista mi ha aiutato a crescere (spero) nella sensibilità verso questioni complesse come l’identità.

Questa breve incursione in un Ellenismo rivisitato è solo uno dei molti esempi dei dibattiti portati avanti dai tanti autori e autrici di Eidolon nei loro contributi. Potrei citare la lontananza fra Grecia antica e Grecia contemporanea di cui parla J. Hanink o le tensioni che emergono nella lettura queer di Saffo. Altri spunti ancora potrebbero riguardare i problemi del corpo antico (incluso il suo genere) essere la non-binarietà di genere nel mondo antico pe Questa rivisitazione di una certa idea di Ellenismo suggerita da Chughtai è solo un esempio d propostauoco Un esempio: in un articolo dedicato a una revisione dei presupposti d Alessandro Magno lla questione razziale. mporaneaquello appunto di cui vorrei parlare brevemente oggi. Eidolon è un prodotto editoriale molto singolare. Si tratta di uno spazio online che nel tempo ha accolto contenuti di vario tipo ma con un tema centrale sempre ben vin vista: la civiltà dei Greci e dei Romani e la loro pedagogia oggi. Alcuni articoli hanno un taglio più accademico, altri sono di sicuro più pop (come quello che chiede al lettore “Chi l’ha detto, Tibullo o Taylor Swift?”). In tutti, però, si coglie un tema comune: l’idea che oggi più che mai valga la pena parlare di classics, e che lo si possa fare da molti punti di vista. Da questo punto di vista Eidolon lascia la parola soprattutto ai giovani.

Attenzione, però: in Italia la categoria di “giovane” è diventata così tenue da permettere a chiunque di potersi considerare giovane, e di poter pensare ai quarantenni come a dei “ragazzi”. Eidolon invece dà ampio spazio ai giovani “reali”: dottorande/i che stanno scrivendo la loro tesi o studenti di master diversi sono più rappresentati dei professori, e con ottimi risultati. Il lato meno piacevole di tutto questo è che Eidolon non sia più attivo. Dal dicembre 2020, infatti, non vengono più aggiunti contenuti a questo spazio. Da questo punto di vista il percorso di Eidolon si è concluso. In questo percorso ci sono state tappe importanti (penso in particolare all’uscita del volume di Donna Zuckerberg). Resta però un esperimento pedagogico e comunicativo davvero importante, e come tale merita di trovare ancora spazio sulle nostre scrivanie elettroniche.